Il viaggio dei brand nella sharing economy

I bagagli sono pronti ed io non vedo l’ora di partire: i viaggi, le avventure, le nuove amicizie…a volte proprio in compagnia dei nostri protagonisti, i brand. Se le parole d’ordine di oggi sono viaggio e condivisione, avete mai sentito parlare di sharing economy?

Non è un segreto che le comunità da sempre prestino, scambino o condividano i propri beni ma, con l’avvento di Internet e dei big data, questa attitudine si è trasformata in un vero e proprio modello di business: Airbnb e BlablaCar ci hanno insegnato come spesso condividere sia addirittura più remunerativo che vendere.

In primo piano troviamo start-up con pochi anni di vita (talvolta mesi) a contendersi la leadership nel panorama dell’economia della condivisione, ma oggi, anche aziende consolidate iniziano a guardare questo trend come opportunità di cambiamento e di innovazione: in Italia, proprio quest’anno, è arrivata per esempio TaskRabbit, l’applicazione comprata da Ikea per mettere in contatto chi necessita di lavori di casa con chi si rende disponibile nel dare una mano.

Valori come riciclo, sostenibilità economica e partecipazione sembrano essere i principi cardine di questo nuovo modello che, se analizzato con disincanto, si presenta appetibile per le aziende in quanto affare redditizio.

Le entrate di Avis, con l’acquisto di Zipcar, sono infatti decollate e anche Adidas, collaborando con Fubles, ha potuto sfruttare la community di appassionati di calcio per il lancio della scarpa adizero f50.

Brand inclusi in questo articolo: Airbnb, BlaBlaCar, TaskRabbit, Ikea, Avis, Adidas, Fubles. 

Insomma, un futuro che sembrava roseo per la sharing economy, urtato delle inevitabili ricadute causate dal Covid-19: la condivisione stessa di beni e degli spazi è diventata il maggior veicolo di diffusione del virus e sono stati molti i brand costretti ad annunciare tagli di personale a causa della drastica diminuzione della richiesta.

Un anno senza dubbio complesso per il settore che ha portato i brand più dinamici e lungimiranti a riadattare il proprio business.

Noi, come azienda di comunicazione, crediamo e vogliamo valorizzare proprio coloro che hanno saputo cambiare, coerenti con la filosofia della sharing economy nel condividere le responsabilità e le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare.

Un caso studio che val la pena citare è quello di BlaBlaHelp, l’app della community BlaBlaCar, nata per aiutarsi a vicenda nella spesa durante i momenti di lockdown: una bellissima iniziativa, non credete?

Trasformarsi insieme alle circostanze si è rivelato più che mai indispensabile per sopravvivere ma, come si dice, non tutto il male viene per nuocere. C’è chi, come la start up Globe, ha rimodulato il suo servizio (affitto di appartamenti) per rispondere alle nuove abitudini portate proprio dalla pandemia, come lo smartworking, offrendo stanze per lavorare tranquilli, senza bambini e in luoghi confortevoli.

Per concludere, noi di Golden Eggs, non diamo certo per spacciata la sharing economy, ed anzi ci auguriamo che, seppur con un nuovo equilibrio, professionisti, brand o semplici cittadini, possano continuare a mettere a disposizione competenze, qualifiche e il proprio tempo, facendo della condivisione un motore indispensabile per raggiungere risultati di successo e, ancor di più, per promuovere progetti etici e sostenibili.